Rinnovando la tradizione dei bauli, creano oggetti unici dall’elegante sapore un po’ retrò. Partiti dall’intuizione di due giovanissimi imprenditori che si è concretizzata in una start-up nel 2012, sono tutti fatti a mano, bespoke, personalizzabili, declinati sia in versione travel sia home, permettendo di abitare, esporre e muoversi con stile: sono i bauli di Royal Trunk.
Tessuti rari, legni pregiati, pellami esotici. Dettagli ed accessori che personalizzano creazioni fatte a mano, su misura delle esigenze del cliente che può personalizzare, arricchire, disegnare, incidere il proprio blasone.
Forse è anche per questo che i bauli Royal Trunk sono amati ovunque nel mondo. I Royal Trunk per la casa esprimono al meglio l’attuale tendenza dello stile erratico dell’abitare, ma con classe. Le creazioni destinate al viaggio, invece, riecheggiano di Grand Hotel, di lusso di altri tempi, di preziosi abiti da trasportare e conservare per serate di gala.
Custodire, conservare, oggetti e tradizione. Ma la vera tradizione, il vero made in Italy di questi scrigni mettono a disposizione la tecnica certosina della cura di ogni dettaglio, a volte quasi invisibile, unendola con la capacità di creare qualcosa di nuovo, innovativo ed inusitato.
Così da Royal Trunk sono in grado di far divenire un baule un esclusivo bar, un angolo di gioielleria o un portagioie portatile e, grazie all’estrema personalizzazione, i limiti alla fantasia sono davvero pochi. Molte sono le declinazioni dello stile Royal Trunk, che hanno anche destato l’interesse di molti brand che gravitano attorno al mondo del lusso.
Quello che è ancor più interessante è che questo brand, un vero ambasciatore della classe e del savoir faire italiano nel mondo, è frutto della start-up di due giovanissimi imprenditori che, oggi meno che trentenni, hanno lanciato la propria attività quattro anni fa.
Parliamo di questa bella storia di giovani, start-up e made in Italy con uno dei protagonisti, Mattia Scattarelli che, assieme a Guido Boem, ha creato questo brand:
Royal Trunk nasce da un sogno condiviso tra me e il mio socio Guido Boem: volevamo creare un marchio riconosciuto globalmente per la creazione di prodotti unici nel loro genere. Ci siamo affidati prima di tutto alla nostra “italianità” per costruire il marchio, rispolverando quelle che erano le antiche tradizioni artigianali del nostro Paese.
L’idea di partenza è stata quella di creare un brand che avesse come filo conduttore la figura del baule da viaggio che, oggi come oggi, è caduto in disuso nella sua funzione primaria. Abbiamo quindi saputo ricontestualizzare il baule come complemento d’arredo costruendogli un nuovo design che potesse dargli una nuova vita e un nuovo utilizzo.
Il baule porta con sé l’idea di viaggio, di preziosità e di stile.
Sicuramente. Il baule da viaggio racchiude per definizione queste caratteristiche, quindi costruirne un brand attorno e sviluppare degli oggetti che riprendano tutti questi valori per noi è una gratitudine costante.
La collezione odierna vuole portare con sé e trasmettere al cliente tutta la storia dell’Italia, la bellezza dei suoi luoghi, l’arte, l’artiganalità e lo stile inconfondibile. Per questo ai bauli viene dato un nome di città o opera d’arte poiché è il punto di partenza da cui ci siamo ispirati per disegnare il prodotto.
Dopo il disegno viene la produzione. Come producete i vostri preziosi bauli?
Il processo creativo parte sempre da un’idea di fondo, confrontandoci con il nostro ufficio stile ed attraverso una attenta ricerca dei materiali. Disegniamo a mano il modello che viene presentato al cliente assieme ad un mood board dei materiali.
Se non c’è nulla da modificare o da aggiungere si parte con la produzione, trasferendo le bozze ai nostri artigiani che ne iniziano la lavorazione, creando prima un prototipo di base dove vengono verificate tutte le eventuali criticità, per poi passare alla costruzione vera e propria.
Una volta terminato il prodotto, inviamo al cliente un report della produzione con fotografie del prodotto finito ed un video che ne ripercorre tutte le fasi della costruzione fino all’ultimo passaggio, ovvero la firma del mastro artigiano su una placchetta di metallo inchiodata sul baule.
A proposito di clienti, chi acquista i vostri bauli?
Il 99% del nostro fatturato è realizzato da clienti esteri, che provengono da tutte le parti del mondo, spesso da Paesi in via di sviluppo economico.
Attualmente vendiamo correntemente in 14 nazioni. Considerata la capacità di spesa dei nostri clienti, le richieste sono davvero tra le più disparate, come il baule porta falchi per la famiglia reale del Qatar o un baule doccia per i safari o “stanze-casseforti” completamente arredate con i nostri prodotti porta orologi-gioielli.
Grande successo per due giovanissimi imprenditori: qual è la vostra storia?
L’idea nasce 4 anni fa, quando io ed il mio attuale socio condividevamo un’amicizia decennale e molte passioni comuni: pur avendo avuto percorsi differenti, avevamo la certezza che un giorno avremmo creato qualcosa insieme. Io provenivo da un percorso focalizzato sull’interior design e lavoravo per una nota azienda di poltrone, mentre il mio socio si era laureato in marketing e comunicazione e si occupava di consulenza alle aziende.
Quindi ci focalizzammo sul cercare la formula corretta per coniugare al meglio le nostre capacità e creare un prodotto che ne racchiudesse tutte le caratteristiche. Nella nostra minuziosa ricerca ci concentrammo su un oggetto di grande fascino oramai caduto in disuso, il baule da viaggio. E da lì la nostra storia è partita.
Come vedi il rapporto tra giovani ed artigianalità?
Questa è davvero una bella domanda, anche se la risposta sarà meno bella…
Il rapporto tra artigianalità e giovani, ahimè, in Italia, è in via di estinzione nel vero senso della parola. I giovani di oggi sono sempre più attratti dal mondo digitale e tecnologico, importantissimo per carità intendiamoci, ma la nostra bravura artigiana si sta perdendo perché non c’è più ricambio generazionale.
Si fa davvero fatica a trovare ragazzi giovani disposti a creare manualmente qualcosa. Spero che questo Stato si ricordi prima o poi per cosa è riconosciuta l’Italia nel mondo ed agevoli anche i ragazzi che vogliono intraprendere questo percorso e non solo quei giovani che sognano di diventare i prossimi Steve Jobs.
Progetti per il futuro?
Di progetti futuri ce ne sono davvero tanti. Forse più di quelli che fisicamente riusciremo a mettere in atto. Al momento abbiamo 4 nuove aperture di shop di Royal Trunk a Seul, Montecarlo, Astana e Miami. Inoltre abbiamo appena avviato un’importantissima collaborazione con un colosso della moda quale Loro Piana che ci fornirà tessuti sartoriali per rivestire i nostri prodotti. Siamo in costante evoluzione, trovare del tempo è diventato il vero lavoro!